UNA RIFLESSIONE
Ci sono ciclicamente dei momenti in cui si
avverte la forte esigenza di dare una svolta, un cambio radicale alla propria
vita.
Gli antropologi li chiamano periodi di latenza.
Finché questi bisogni di passaggio sono confinati nell’ambito delle sensazioni e dei pensieri più o meno coscienti, fanno fatica ad acquisire forza e oggettività sufficienti a innescare un processo di reale ed effettiva trasformazione e rimangono appunto latenti.
Proprio per favorire questo cambiamento, nelle società di tutto il mondo un tempo si contestualizzavano i momenti più importanti della vita delle persone attraverso dei rituali, il cui scopo era ed è sostenere l’individuo nella visione e nell’espressione dei passaggi fondamentali della propria esistenza.
Una catena di trasmissione dell’esperienza della quale siamo rimasti privi, con gravi conseguenze sociali, culturali e personali.
Gli antropologi li chiamano periodi di latenza.
Finché questi bisogni di passaggio sono confinati nell’ambito delle sensazioni e dei pensieri più o meno coscienti, fanno fatica ad acquisire forza e oggettività sufficienti a innescare un processo di reale ed effettiva trasformazione e rimangono appunto latenti.
Proprio per favorire questo cambiamento, nelle società di tutto il mondo un tempo si contestualizzavano i momenti più importanti della vita delle persone attraverso dei rituali, il cui scopo era ed è sostenere l’individuo nella visione e nell’espressione dei passaggi fondamentali della propria esistenza.
Una catena di trasmissione dell’esperienza della quale siamo rimasti privi, con gravi conseguenze sociali, culturali e personali.
L’equinozio
d’autunno cade a fine Settembre (esattamente il 22 settembre),
è un momento magico nel quale alcuni credono
si possa prendere la forza dai sogni, e dai propri desideri. Un periodo in cui
la natura si tinge di colori caldi e profondi, dal giallo al rosso, le foglie
cadono dagli alberi ricoprendo il tutto di un colorato tappeto
scricchiolante.
E’ il momento dell’anno in cui
giorno e notte sono
uguali, il Sole si trova allo zenit dell’equatore durante la
rivoluzione terrestre e fa si che i raggi arrivino perpendicolari all’asse di
rotazione della Terra.
Nell’emisfero boreale
l’equinozio d’autunno segna la fine dell’estate e da il via a quel periodo
dell’anno che per molti è un periodo di riposo. Un periodo in cui la natura si
spegne, si addormenta e lo spirito dell’uomo si risveglia, illumina il mondo
che si sta preparando all’oscurità. Ci sono moltissimi riti legati all’equinozio,
tutti per ringraziare della stagione passata e per ingraziarsi quella che sta
per arrivare nella speranza che sia mite e temperata.
E’ un periodo di somme da
tirare, di conti da chiudere e di valutazioni della conclusione del ciclo
produttivo e riproduttivo della natura. In agricoltura si concludono i
raccolti, si vendemmia l’uva, si attendono le lunghe notti invernali.
Nel mondo dei
rituali festivi, l’equinozio d’autunno è festeggiato col nome di Mabon, rappresentato come il dio
della vegetazione e dei raccolti. Mabon fu rapito tre notti dopo la sua nascita
e fu liberato molti anni dopo da Re
Artù e i suoi cavalieri.
Nello stesso modi nelle
credenze celtiche viene raccontato del rapimento greco di Persefone che
regola i cicli vitali della terra. Questo simbolismo indica una sorta di
“conservazione”, un rito di conservazione dei doni della terra. che vengono
tenuti al sicuro per poi essere sacrificati per una nuova vita. proprio
perché durante l’assenza di Persefone, sua Madre Demetra impedì alle piante di
germogliare.
E difatti in questo periodo
si scelgono e si preparano i semi che daranno vita ai nuovi raccolti in Primavera, i semi
saranno essiccati e conservati al buio e al fresco. Durante l’equinozio
si deve lasciare andare il passato, si deve concludere ciò che è stato, e
come in natura si accettano i frutti, così nella spiritualità dell’uomo si
accetta di aver raccolto quello che si è seminato.
Un insegnamento che arriva
direttamente da Mabon è quello di imparare a godere di ciò che si ha
anzichè lamentarsi per ciò che manca.
Nella tradizione cristiana
l’equinozio di Settembre è legato a San
Michele, l’Arcangelo al quale si affida la lotta contro le
forze del male. La sua spada oltre a trafiggere il drago simboleggia anche
lo squarcio del buio, una spada che porta la luce. Ogni tanto San Michele viene
rappresentato con una bilancia che è il segno nel quale entra l’equinozio.
L’equinozio è un passaggio tra le stagioni,
dalla primavera, attraverso l’estate, dall’autunno fino all’inverno,
un po’ come le fasi della vita, nascita, crescita, sviluppo e ritorno alla
Terra, un eterno ciclo di vita.
L’autunno è un periodo di quiete della
natura, che si riposa, si prepara per il letargo e per il freddo, è un periodo
in cui l’uomo dovrebbe prendere coscienza di se stesso, prendersi delle pause,
mettere da parte le cose buone passate durante la stagione vitale dell’anno,
regalarsi un po’ d’amore, una vacanza, un viaggio e cercare di far scoccare la
scintilla della vita, la luce che non lasci entrare il buio.
SAN MICHELE ARCANGELO
Dopo
Maria Santissima, San Michele Arcangelo è la più gloriosa, la più potente
creatura uscita dalle mani di Dio. Scelto dal Signore come primo ministro della
Ss.ma Trinità, Principe dell'Esercito celeste, Custode, prima della Sinagoga,
poi della Chiesa, San Michele è stato molto venerato fin dai tempi più remoti.
L'Antico ed il Nuovo Testamento parlano di Lui, del Suo potere, delle Sue
apparizioni, della sue intercessione, del dominio affidatogli su tutti gli
uomini dalla Suprema Bontà dell'Onnipotente. I Pontefici non mancarono di
raccomandare ai Fedeli la Devozione a San Michele. Anche ai nostri giorni, Pio
IX, Leone XIII e Pio XII ci dicono di suppli-carlo per la difesa della Chiesa e
delle anime: "Raramente il ricorso all'Arcangelo San Michele è apparso più
urgente di ora... perché il mondo, intossicato dalla menzogna e dalla slealtà,
ferito dagli eccessi della violenza, ha perduto la sanità morale e la
gioia". Difatti, come non riconoscere l'opera di Satana e dei suoi demoni
nell'orgo-glio, nei tradimenti che sconvolgono la Società e il mondo odierno?
Non è dunque consolante e confortante di pensare che, sopra i demoni scatenati
in tutta la Terra, si stendano l'azione e la Potenza del Sommo Arcangelo,
protettore dei popoli e della Chiesa? In questi tempi torbidi, la storia delle
apparizioni di San Michele nel mondo, lungo i secoli, sarà motivo di ritrovare
fiducia e fede, poiché Egli è, e sarà sempre, il fedele Custode e difensore
delle Nazioni e delle Genti che l'invocano, si affidano a Lui nei travagli e
nelle persecuzioni. Preghiamolo più che mai a maggior gloria di Dio. Non
dimentichiamo anche di pregare tutti gli Arcangeli e Angeli del Signore,
specialmente San Gabriele, San Raffaele, l'Angelo Custode, l'Angelo Consolatore
di Gesù nell'Orto, affinché ci soccorrano, ci difendano e facciano tornare la
Fede, la Giustizia e la Pace nel mondo.
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